Sono in stand-by da mesi
perché l'unica cosa di cui vorrei parlare,
il mio unico pensiero,
mi sguiscia sempre dalle mani
ogni volta che mi pare di aver compiuto un ulteriore passo in avanti per arrivare a lui.
Ci giro intorno da marzo
a giugno il primo incontro
a luglio il primo amo lanciato
a settembre il secondo amo
a novembre il rifiuto
a dicembre un salto mortale per provare ad avverare il sogno
sempre a dicembre la prima proroga
sempre a dicembre la seconda proroga.
Il cervello dovrebbe farmi capire che devo perdere le speranze,
che sto perdendo del tempo
che dovrei guardarmi intorno
Eppure io mi sono innamorata
e, malgrado il 20 riceverò l'ennesima batosta,
sono sempre qui
insieme alla mia flebile speranza.
E po' c'è lei
e ogni volta che la incrocio
mi ricorda che sto perdendo.
Se le cose andassero come vorrei
non l'avrei più tra i piedi
non dovrei scontrarmi con la sua bruttezza,
la sua pochezza,
il suo provincialismo,
la sua fastidiosa falsità
e la sua boria.