Groovy Elisa

Follie Groovy
el 2002 conobbi e frequentai un ragazzo per neanche un mese.
Era un musicista pieno di vita e voglia di fare.
Non stava mai fermo, era una trottola, un vulcano
Entrò nella mia vita roteando vorticosamente
e ne uscì senza addurre motivazioni, senza preavviso, senza anestesia
come una lampadina che si fulmina lasciandoti al buio!
Smise di telefonarmi, di cercarmi
smise di rispondere alle mie telefonate, ai miei messaggi.
Il mio orgoglio mi fece desistere dopo il primo tentativo
e fine della storia.
Rabbia, rancore, domande cui non sapevo dare una risposta mi accompagnarono per i mesi successivi.
Non avevo avuto il tempo di conoscerlo bene,
probabilmente la storia non avrebbe neanche funzionato
eppure ero bruciata, intimamente mesta!
E soprattutto un pensiero mi ronzava in testa,
un chiodo fisso incastonato nel cervello con una sparachiodi:
di lui non avevo neanche una foto!
Neanche la fototessera della patente, nè una polaroid sbiadita
nè una fotocopia in bianco e nero.
Nulla.
Cosa avrei mostrato ai miei nipotini quando attorno al fuoco
avrei raccontato loro delle mie storie di gioventù prima di conoscere il nonno?

Passarono due tre mesi,
la rabbia si affievolì
la tristezza svanì
rimase il bel ricordo!
Partii per Londra
e un giorno, vagando in un negozietto di periferia che vendeva cd usati
scovai un promo di un certo Paddy Casey, a me sconocsiuto,
la cui foto in copertina ricordava tanto il viso del musicista-trottola.
Non ci pensai due volte:
sotto gli occhi attoniti dellinserviente comprai a 99p il cd
che ora è in  bella mostra nella mia collezione di musica.
E se i miei nipotini vorranno sapere che faccia avesse quel musicista del 2002
sazierò la loro curiosità mostrandogli la copertina del cd






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