Non sto bene... un po di influenza
Per passare il tempo ho ripreso in mano un quadernino che non apro da tempo!
Ci scrivevo di tutto ai tempi del liceo e i primi 2 anni dell?università
Ho riletto quanto scrissi il 28 febbraio 1997
ascoltando un florilegio di musica classica da me inciso
è allucinante.
Trasuda melassa
ma a mia discolpa aggiungo che ero una
ragazzina di 19anni
allepoca ancora una
romantica sognatrice
Sento il bisogno di trascriverlo qui
Sto ascoltando il secondo notturno di chopin, è fantastico.
Vedo quelle enormi, un po? ingombranti, ma altrettanto fantastiche gonne di taffettà, pizzi fiocchi che ondeggiano, girano, si alzano, scoprendo quegli esili piedi in quelle strette scarpine bianche di gro: quanto fanno male i piedi costretti in quel minuscolo spazio, ma il sorriso della dama, che con malizia guarda il suo cavaliere, non fa trapelare nulla riguardo tale costrizione.
La musica è finita; con un inchino la dama si congeda dal cavaliere e vezzosamente apre il ventaglio ricamato che fino ad ora aveva lasciato chiuso legato al polso.
Pensa ancora a quel ballo, le batte ancora il cuore, ma è già pronta a conquistare un altro uomo: lancia occhiate feline in giro per tutta la sala. Tutti gli uomini sono attratti solo da lei che cela con il ventaglio il suo incarnato, pallido come quel quarto di luna calante che si intravede dalle vetrate un po? appannate.
E? come se fosse l?unica nella sala, come se un grande occhio di bue mettesse in risalto solo lei. Tutte le altre sono nullità a confronto.
Lei è ignara riguardo tutto ciò, ma un po? alla volta capisce che tutti gli occhi sono puntati solo su di lei.
Risplende di luce dalla testa ai piedi:
i capelli biondi come l?oro che le cadono in un turbinio di boccoli sulle spalle esili come il resto del corpo sapientemente avvolto in un abito color ICEBERG impreziosito da un diadema di brillanti e da una collana di zaffiri e brillanti.
Tutti tranne lei sanno che quegli ornamenti sono del tutto superflui: i suoi occhi azzurro mare e la sua bocca rosa fragola risplendono sulla faccia di lei più di qualsiasi altra gemma sulla faccia della terra.
Mai persona fu tanto amata e odiata al tempo stesso.
Odiata da tutte le altre dame che avevano impiegato giorni e giorni per decidere il modello dell? abito, il colore della stoffa, i gioielli, l?acconciatura e l?avevano fatto con eleganza e sapienza, ma nulla poteva competere con la freschezza di lei.
I colori , le stoffe, le acconciature, i gioielli più alla moda, fatti giungere dai paesi più lontani, risultavano grigi sbiaditi se paragonati a lei, alla sua immagine regale, sobria, perfetta.
Lei è la più bella e la sua bellezza sarà eterna.
Di questo sono coscienti tutti gli uomini della sala che si sono profondamente invaghiti di lei, del suo portamento, del suo profumo: un?essenza naturale e fresca non ricercata come quelle orientali delle altre dame.
Nessuno degli uomini che presero parte a quel ballo si sarebbe dimenticato di quella fragranza inebriante che si spandeva nell?aria ad ogni sua piroetta.
E come danzava! Una libellula sarebbe sembrata goffa a confronto ..
Si muoveva agile e candida come i fiocchi di neve che si vedevano cadere fuori.
Di lei si conosce solo la sua bellezza.
Le note di Schumann, del Traumerei volano nell?aria e la melodia triste raggiunge il cuore di lei che, troppo debole, cede:
soavemente prima la gonna, poi il suo busto e infine la testa si accasciano.
La musica sviene con lei.
Anche un comune malore è uno spettacolo maestoso.
La sala si fa tutta intorno a lei.
Dopo poco rinsavisce, è ancora più bella, non ricorda più nulla, ma ad un tratto, come un fulmine a ciel sereno, ode di nuovo quel ronzio, quella musica bella e malinconica. I suoi occhi si fanno lucidi, ma nessuno capisce cosa stia succedendo.
Porge la mano ad uno degli uomini che la circondano e gli chiede di sorreggerla
?mai mano fu più felice-
Lentamente percorre, sorretta dal cavaliere, tutta la sala e ancor più adagio discende lo scalone.
Un servitore la ricopre con la stola candida d?ermellino e le porge il manicotto.
La carrozza bianca e oro è gia pronta. Anche i quattro cavalli bianchi sono pronti a galoppare chilometri e chilometri per lei.
Sale i tre gradini, lo sportello si chiude e in poco tempo gli uomini nella sala non riescono più a distinguere la carrozzo dalla neve: è un tutt?uno che splende sotto il quarto di luna calante.
Di lei nessuno seppe più nulla.
Erano state veramente le note malinconiche di Schumann a farla svenire?
Cosa le avevano ricordato?
Forse era gravemente ammalata!
Alcune donne osavano sospettare che fosse in stato interessante, ma era solo invidia: dovevano infangare colei che le aveva messe in ombra.
La musica riprende, ma non è più come prima.
E? come se si fosse spenta la fiaccola che riscaldava e faceva risplendere tutta la sala che adesso invece è buia e gelida.
Nell?aria era però rimasto il suo profumo, in memoria di quel sogno svanito troppo presto.
Il bello di immaginare storie come questa è che, a differenza di quanti presero parte alla festa, io so perché quella misteriosa donna svenne mentre l?orchestra suonava Traumerei. Però ho promesso che non l?avrei svelato a nessuno. Inoltre ognuno è libero di fantasticare.
Le storie con un finale ben preciso non potranno mai appassionare.
E, allo stesso tempo, mi riempie il cuore di gioia sapere che ognuno, dentro di sé, ha un finale tutto suo che porterà sempre con sé nel suo cuore, come se fosse uno scrigno di cristallo dentro il quale custodirlo.
E ognuno di noi, morendo, porterà nella tomba la propria versione della storia, rendendola unica e speciale come del resto era unica e speciale quel fiocco di neve profumato che, danzando leggiadra, quella notte gelida, sotto quel quarto di luna calante, fece innamorare tutti i presenti
Ma che mi fumavo nel 1997 ?
Allucinogeno più di un fungo...
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